domenica 8 febbraio 2009

L'Etica protestante e lo Spirito del capitalismo - Max Weber - 1905


Edizione Bur
- Sintesi di Serafin Marilisa -

NOTA PRELIMINARE
«L'avidità di lucro», «la ricerca di guadagno», del denaro, di un guadagno pecuniario quanto più alto possibile, in sé e per sé non ha nulla a che fare col capitalismo. Il capitalismo può addirittura identificarsi con l'inibizione di questo impulso irrazionale, o almeno con la sua attenuazione razionale. Peraltro il capitalismo si identifica con la ricerca del guadagno: nell'impresa capitalistica continua, razionale; ma di un guadagno sempre rinnovato: ossia della «redditività». Il profitto violento segue le sue leggi particolari, e non e' opportuno situarlo sotto la stessa categoria a cui sussumiamo l'attività orientata secondo il criterio dielle probabilità di guadagnare con lo scambio. Ove si tenda razionalmente al profitto capitalistico, l'attività corrispondente è orientata secondo il calcolo del capitale.
Straordinario sviluppo -> contesto socio economico e culturale tale da permettere che solo in occidente si potesse sviluppare un sistema capitalistico evoluto proprio dello stato moderno....
In tutti i paesi ci sono forme che si sono avvicinate al modello occidentale ma mai abbastanza complete. L'occidente grazie alla sua storia, alla sua completezza, sebbene relativa, in tutti i campi della scianza, delle arti, del diritto è riuscita facendo tesoro di tutto questo a condensare le arti e a sfociare in un sistema complesso mai esistito fino ad allora.

- capitalismo - ricerca di guadagno rinnovato->confronto tra il risultato stimato in denaro e denaro investito corrispondente *
- burocrazia - impiegati specializzati
- musica - armonica razionale
- diritto - diritto romano
- organizzaziione della società - stati, ordini e ceti
- arte- uso delle tcniche (es: la volta)
-> uso della ragione - razionalità

* --> organizzazione capitalistica razionale del lavoro ( formalmente) libero. Possibile perchè vi sono 2 fattori:
- separazione dell'amministrazione domestica dall'azienda
-> i luoghi di lavoro e di vendita sono localmente staccati dall'abitazione.
- contabilità o tenuta razionale dei libri
-> separazione giuridica del capitale aziendale (d'esercizio) dal patrimonio.
-->Organizzazione capitalistica del lavoro, sviluppo della carta valore, della borsa.
Importante è: - la struttura razionale del diritto e dell'amministrazione-> perfezione tecnica e formalistica.
L'occidente imbocca in tutte le sfere (dall'arte all'economia, ...) le vie della razionalizzazione. Quali sfere sono state razionalizzate e in quale direzione? Questo fa la differenza con le altre civiltà.
In passato tra i principali elementi che davano forma alla condotta della vita c'erano ovunque le forze magiche e religiose e le idee etiche del dovere legate a tale fede.
«Come la genesi di una mentalità economica, l'ethos di una forma economica, è condizionato da determinati contesti della fede religiosa; il procedimento qui adottato consiste in un esame dei nessi che sussistono fra l'ethos dell'economia moderna e l'etica razionale del protestantesimo ascetico. Dunque qui si seguirà solo un lato della connessione causale. Gli ulteriori saggi sull' «etica economica delle religioni mondiali».
Relazione causale-> Responsabilità causale di quegli elementi dell'etica religiosa occidentale che sono propri e peculiari.

I - IL PROBLEMA
1- CONFESSIONE E STRATIFICAZIONE SOCIALE
(Germania) ma vale anche per tutto l'occidente più avanzato.
Diversa percentuale di cattolici e di protestanti rispetto al totale degli studenti (protestanti>cattolici).
I cattolici prediligono la preparazione culturale che offrono i licei classici.
I protestanti prediligono gli istituti moderni destinati alla preparazione per gli studi tecnici e per le professioni industriali e commerciali => per un lacvoro borghese in generale - licei scientifici, scuole tecniche, scuole cittadine superiori, etc...
=> per spiegare la scarsa partecipazione dei cattolici all'attività economica capitalistica (+ forte è invece la partecipazione dei protestanti): la fabbrica recluta in forte misura le sue forze lavorative istruite nell'artigianato, ma mentre i giovani cattolici tendono a restare artigiani (padroni di bottega), i garzoni protestanti affluiscono in maniera superiore nelle fabbriche per occuparvi le professioni superiori delle maestranze specializzate e del ceto impiegatizio industriale.
Rapporto causale: Il peculiare carattere spiritule indotto dall'educazione, nella fattispece l'orientamento dell'educazione condizionato dall'atmosfera religiosa del luogo natio e della famiglia, ha determinato la scelta della professione e le ulteriori vicende professionali. Ma la minore partecipazione dei cattolici all'attività economica moderna colpisce tanto più, in quanto contrasta con l'esperienza fatta dai tempi più remoti e anche attualmente: come le minoranze nazionali o religiose che, «dominate», si contrappongono in quanto tali a un altro gruppo, «dominante», a causa della loro esclusione spontanea o involontaria dalle posizioni politicamente influenti usino proprio spingersi in misura particolarmente forte sulla via dell'attività lucrativa, come i loro membri particolarmente dotati cerchino di soddifare qui l'ambizione che non può essere affatto valorizzata sul piano del servizio statale. Invece sta di fatto che i protestanti, come ceto sia dominante che dominato, sia come maggioranza che come minoranza, hanno mostrato un tendenza specifica al razionalismo economico, che i cattolici non hanno permesso né permettono di osservare nella stessa guisa né in una situazione né nell'altra. La ragione fondamentale della diversità di comportamento deve dovunque essere cercata nel carattere interno, spirituale costante, e non solo nelle particolari situazioni esterne, storico-politiche, delle varie confessioni. Quali sono gli elementi, di quel carattere peculiare delle confessioni, che agiscono o hanno agito in questa direzione?
Ora, un'osservazione superficiale e certe impressioni moderne potrebbero indurre a formulare l'antitesi in questa maniera errata: la maggiore «esternalità al mondo» del cattolicesimo, i tratti ascetici che ne rivelano gli ideali supremi devono educare chi lo confessa a una maggiore indifferenza nei confronti dei beni materiali di questo mondo. Ai protestanti si rimprovera al contrario un eccessivo materialismo che sarebbe poi la conseguenza della secolarizzazione. Se volessimo pensarla a questo modo, alloro, l'antitesi tra estraneità al mondo, l'ascesi e la pietà religiosa da un lato e la partecipazione all'attività capitalistica dall'altro dovrebbe essere addirittura rovesciata in un'affinità interna.
Già gli spagnoli sapevano che l'«eresia» (ossia il calvinismo dei Paesi Bassi) «promuoveva il senso del commercio», e ciò corrisponde perfettamente alle opinioni che Sir. W. Petty sosteneva nella sua discussione dei motivi dello sviluppo capitalistico dei Paesi Bassi. Così giustamente Gothein afferma che la diaspora calvinistica è il «vivaio dell'economia capitalistica».
Ma non tutte le denominazioni protestanti sembrano agire con la stessa forza in questa direzione. Es: calvinismo=/ luteranesimo.
Il vecchio protestantesimo di Lutero, Calvino, Knox, Voe"t, aveva pochissimo a che fare con quello che si chiama oggi «progresso». Affinità interna va cercata non nel gusto della vita più o meno materialistico o antiascetico, ma nei suoi tratti puramente religiosi. Quali differenze?
Sono prima necessarie alcune spiegazioni sulla natura dell'oggetto e sul senso in cui è possibile dare una spiegazione...
2- LO «SPIRITO» DEL CAPITALISMO
Questa espressione è egregiamente/essenzialmente riassunta nella citazione (Benjamin Franklin). Non vi è predicata semplicemente una tecnica di vita, ma una peculiare «etica», la cui violazione non è trattata solo come follia, ma come un specie di negligenza del dovere. Il testo di Franklin assume il carattere di una massima etica a cui uniformare la vita => il Capitalismo moderno.
Un capitalismo esistito anche in Cina, India, a Babilonia, nel mondo antico e nel Medioevo. Ma gli mancava appunto quel particolare ethos!
L'attività lucrativa non è più in funzione dell'uomo quale semplice mezzo per soddisfare i bisogni materiali della sua vita, ma, al contrario, è lo scopo della vita dell'uomo, ed egli è in sua funzione.
Nulla a che vedre con «l'auri sacra fames», l'avidità di denaro che è sempre esistita, ma con un comportamento coscenzioso, non indisciplinato.
L'avversario con cui ebbe in primo luogo da lottare lo «spirito» del capitalismo nel senso di uno stile di vita ben preciso, vincolato da norme o vestito dei panni di un'«etica», rimase quel modo di sentire e di comportarsi che si può chiamare «tradizionalismo»:
Per spiegare questo termine partiamo dal basso: dagli operai.
Quanto mi basta per soddisfare i miei bisogni tradizionali? Questo è un esempio di quel comportamento chiamato tradizionalismo: l'uomo per natura non vuole guadagnare denaro e sempre più denaro ma vivere semplicemente, vivere com'è abituato a vivere, guadagnare quanto è necessario -> I bassi salari aumentano il rendimento del lavoro -> il popolo lavora solo perchè e finchè è povero.
Poichè qui indispensabile non è solo un forte senso di responsabilità, lo è, in genere, una mentalità che, almeno durante il lavoro, si liberi dalla continua questione: come, con la massima comodità e la prestazione minima, si possa tuttavia ottenere il salario abituale; e che, invece, svolga il lavoro come se fosse assolutamente fine a se stesso: «vocazione» [Beruf]. Una mentalità siffatta non è un dato naturale, ma acquista in seguito all'educazione religiosa, la capacità di concentrazione del pensiero, come il contegno assolutamente centrale per cui ci si sente «moralmente obbligati verso il lavoro» => qui si trovano associati con particolare frequenza a uno spirito economico rigoroso capace di superare la routine tradizionalistica. Per chiarire il significato di tradizionalismo consideriamo ora gli imprenditori. Usando provvisoriamente l'espressione «spirito del capitalismo (moderno)» per indicare quella mentalità che tende a un guadagno che sia frutto di attività professionalmente seria, sistematico e razionalmente legittimo, nel modo illustrato da Benjamin Franklin: questa mentalità ha trovato la sua forma più adeguata nell'impresa capitalistica moderna, mentre a sua volta l'impresa capitalistica ha avuto in essa la sua forza motrice spirituale più adeguata.
Sulle soglie dell'età moderna, in genere, gli esponenti di questa mentalità indicata come «spirito del capitalismo», non erano solo o prevalentemente gli imprenditori capitalisti del patriziato commerciale, ma molto di più gli strati ambiziosi del ceto medio artigianale e industriale. (e i nuovi arrivati: i parvenus).
Il commercio (marittimo) di intere epoche ha poggiato sulla base di monopoli e regolamenti di carattere strettamente tradizionale. Era una forma di organizzazione «capitalistica» in ogni senso, se si considera il carattere puramente affaristico e commerciale degli imprenditori o si guarda al lato oggettivo del processo economico. Ma era un'economia «tradizionalistica» se si considera lo spirito che animava gli imprenditori.
Ora, a un certo punto questo agio veniva turbato, spesso senza che avesse avuto luogo alcun cambiamento nella forma. Si ripeteva dunque quello che è semplicemente e ovunque la conseguenza di un processo di «razionalizzazione»:
Chi non saliva, doveva scendere. L'idillio crollava, s'infrangeva sotto l'aspra lotta concorrenziale incipiente. Il vecchio modo di vivere placido e comodo lasciava il posto a una dura sobrietà in quelli che tenevano il passo e salivano, perchè non volevano consumare, ma acquisire, e in quelli che restavano fedeli al passato, poichè dovevano limitarsi=> lo «spirito del capitalismo moderno» aveva fatto il proprio ingresso.
L'imprenditore di nuovo stile ha un certo carattere straordinariamente saldo e fermo, lucido ed energico.
Ma sono soprattutto qualità etiche di genere specificamente diverso da quelle adeguate al tradizionalismo del passato. Uomini educati alla dura scuola della vita, riflessivi, ponderati e audaci al tempo stesso, ma soprattutto sobri a costanti, acuti e dediti interamente all'oggetto della loro attività con intuizione e «principi» rigorosamente borghesi.
Cos'hanno a che fare dunque con la religione?
Nulla. Tali caratteri colmi di spirito capitalistico, oggi, se non sono addirittura ostili alla religione, le sono almeno indifferenti. Gli affari diventano indispensabili per la vita (*irrazionalità).
L'uomo vive in funzione e al servizio dei suoi affari e non viceversa.
Ma proprio questo e' cio' che appare cosi' inconcepibile ed enigmatico, cosi' sporco e spregevole, all'uomo precapitalistico.
L'organizzazione dell'economia capitalistica esige questa dedizione alla «vocazione» di guadagnare denaro: è una maniera di comportarsi con i beni esterni che è adeguata a quella struttura, legata alle condizioni della vittoria nella lotta economica per l'esistenza.
Soprattutto non ha più bisogno di farsi sostenere dall'approvazione di qualche potenza religiosa e, nella misura in cui si può ancora sentire l'influsso delle norme ecclesiastiche sulla vita economica, lo sente come un'ostacolo, proprio come la sua regolamentazione statale.
Ma la dottrina dominante ricusava come turpitudo lo «spirito» del profitto capitalistico, o almeno non lo poteva giudicare in termini eticamente positivi. Avevano una posizione diversa, oltre a correnti eretiche o ritenute pericolose, solo i circoli patrizi che si erano già liberati dal vincolo interno della tradizione.
Da quale mentalità dunque si sprigionò la sussistenza di un'attività esteriormente diretta al puro guadagno sotto la categoria della «vocazione», di fronte a cui il singolo si sentiva obbbligato?
Poiche' proprio questo pensiero assicurò alla condotta della vita dell'imprenditore «di nuovo stile» una base e un sostegno etico.
Il motivo fondamentale e' stato individuato nel «razionalismo economico» (Sombart).
Ma il «razionalismo» e' un concetto storico che comprende in se un mondo di antitesi. Di qule spirito era figlio quel modo concreto di pensare e vivere «razionalmente» che ha dato origine a quel pensiero della «vocazione professionale» [Beruf] e a quella dedizione del lavoro tipici della civiltà capitalistica?
Origine di quell'elemento irrazionale che è insito nel concetto stesso di «vocazione».
3- CONCEZIONE LUTERANA DEL «BERUF», COMPITO DELLA RICERCA
«Beruf» (come «calling» in inglese) nel senso di una posizione occupata nella vita, di un ambito di lavoro preciso e circoscritto, di una professione assegnata da Dio come compito.
NB: In genere si deve anzitutto constatare che i programmi di riforma etica non hanno mai costituito il punto di vista centrale per nessuno dei riformatori (Lutero, Calvino, G. Fox, Wesley..). Non furtono fondatori di società di «educazione etica» o esponenti di movimenti riformistici sociali umanitari o di ideali di civiltà. La salvezza dell'anima ed essa soltanto fu la pietra angolare della loro vita e del loro operato -> gli effetti della Riforma sulla società furono soltanto conseguenze impreviste e persino non volute del lavoro dei riformatori -> importante è invece capire quale di certi contenuti caratteristici di questa civiltà potrebbe essere attribuito all'influenza della Riforma -> In che misura influenze religiose hanno partecipato alla configurazione qualitativa e all'espansione quantitativa di quello «spirito», e quali aspetti concreti della civiltà che poggia su una base capitalistica risalgono a tali influenze?
Se e in quali punti si possano riconoscere determinate «affinità» elettive tra certe forme della fede religiosa e l'etica professionale. Quale direzione generale?
In quale misura motivi religiosi? In quale altri motivi?

II L'ETICA PROFESSIONALE DEL PROTESTANTESIMO ASCETICO

1. I FONDAMENTI RELIGIOSI DELL'ASCESI INTRA MONDANA
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1) CALVINISMO: Paesi Bassi, Inghilterra, Francia (XVI e XVII secolo)
2) PIETISMO
3) METODISMO
4) LE SETTE NATE DAL MOVIMENTO BATTISTA
Il Calvinismo --> Caratteri comuni:
- la fede deve confermarsi e comprovarsi nei suoi effetti obiettivi, per poter offrire una sicura base alla certitudo salutis -> La riconoscibilità dello stato della grazia.
- sul piano pratico significa fondamentalmente -> Dio aiuta colui che si aiuta: dunque il calvinista crea egli stesso la propria beatitudine.
- Dottrina della predestinazione (dell'elezione per opera della grazia-> il sapere teologico non poteva offrire la conferma dell'elezione).
-Pensiero della comprova-> Punto di partenza psicologico dell'eticità metodica=> necessità della comprova della fede nella vita professionale mondana.
Razionalizzazione pratica della vita dal punto di vista dell'utilità - ascesi intramondana.
Il Pietismo: movimento. Esperienza e saggezza acquisita dal missionario di professione. La comunità era insieme un azienda/impresa che guidava i suoi membri sulla strada dell'ascesi intramondana=> forte preparazione interiore mediante il pensiero del lavoro eseguito soltanto «in considerazione della vocazione» [Beruf] -> futuro eterno, deviato sentimentalmente sul presente ->umiltà e discontinuità
=/ diverso dal calvinismo => maggiore intensità della razionalizzazione della vita => maggiore sicurezza di se in quanto predestinato => successo.
=/ diverso anche dal luteranesimo => lontano dall'ascesi razionale -> impotenza etica => manca quell'impulso al costante autocontrollo => religiosità sentimentale. Decisivo è il perdono dei peccati e non la santificazione pratica.
(pag 193) Pietismo significa dunque penetrazione di una condotta della vita metodicamente curata e controllata, ossia ascetica anche nei campi della religiosità non calvinistica.
Ma il luteranesimo doveva sentire questa ascesi razionale come un corpo estraneo, e la scarsa coerenza della dottrina pietistica tedesca era la conseguenza delle difficoltà che ne nascevano.
La connessione di una religiosità sentimentale eppure ascetica con una crescente indifferenza, con un rifiuto dei fondamenti dogmatici dell'ascesi calvinistica caratterizza anche il movimento anglo-americano che corrisponde al pietismo continentale: il metodismo.
Il Metodismo (pag200)carattere peculiare=> la sistematicità «metodica» della condotta della vita, allo scopo di raggiungere la «certitudo salutis» (riconoscibilità dello stato della grazia) => affinità concrete correnti del pietismo tedesco=> la metodica impiegata per provocare l'atto sentimentale della «conversione» destato da influenze luterane.
Il modo corretto di vivere non era sufficiente -> si doveva aggiungere il sentimento dello stato di grazia -> essi si distinguevano dalla chiesa ufficiale per il modo di essere pii e devoti -> indispensabilità dlla comprova o conferma, ma insegnava anche come la grazia potesse essere perduta. Salvezza come frutto della fede -> sforzo razionale di pervenire alla perfezione.
Le caratteristiche del modo di vivere erano assolutmente identiche a quelle del calvinismo.
=> Pietismo e metodismo sono comunque fenomini secondari. Invece sono esponenti autonomi dell'ascesi protestante, dopo il calvinismo, il battismo e le sette che ne sono derivate: I battisti in senso stretto, i mennoniti e soprattutto i quaccheri.
Battisti e quaccheri: Principio dell'«etica» capitalistica che si può riassumere nell'espressione «honesty is the best policy» che ha trovato la sua testimonianza classica nel trattato di B. Franklin. Diversità tra chiesa e denominazione negli effetti sullo spirito capitalistico:
Il Battismo in tutte le sue denominazioni creò soprattutto «sette» e non «chiese» -> questo giovò all'intensità della sua ascesi in quanto di fatto furono spinte a creare comunità in maniera volontaristica (vale in generale anche per alcune comunità calvinistiche, pietiste e metodiste) -> libera sottomissione.
- Dall'altro il controllo poliziesco della chiesa calvinistica sulla vita dei singoli (fino all'inquisizione) poteva addiritttura contrastare quella liberazione delle forze individuali tipiche del metodismo acetico-> costrizione.
Attività lucrativa: stato di grazia, libera l'uomo dalla condanna, e il cui possesso poteva essere garantito solo dalla comprova data da una condotta di vita specifica => impulso al controllo metodico dello stato di grazia nella condotta della vita (indubbiamente diversa dallo stile di vita dell'uomo naturale) quindi alla su configurazione ascetica -> conformazione razionale della vita intera.
Questa vita speciale dei santi, che era diversa dalla vita naturale e che la religione esigieva, non si svolgeva più al di fuori del mondo, in comunità monastica, ma all'interno del mondo e dei suoi ordini.
Questa razionalizzazione della condotta della vita entro il mondo e con riguardo all'aldilà era l'effetto della "concezione della professione" propria del protestantesimo ascetico.
Esistenza razionale nel mondo eppure non di questo mondo nè per questo mondo.
2. ASCESI E SPIRITO DEL CAPITALISMO
Ora, possiamo trattare il protestantesimo ascetico in maniera più unitaria, globale.
=> L'ascesi protestante intramondana agì violentemente contro il godimento spensierato del possesso, restrinse il consumo, specialmente il consumo di lusso. Invece ebbe l'effetto psicologico di liberare l'attività lucrativa dalle inibizioni dell'etica tradizionalistica, spezzò le catene che avvincevano la ricerca del guadagno, in quanto non solo la legalizzò, ma ritenne fosse voluta direttamente da Dio.
La restrizione del consumo più lo scatenarsi dell'attività lucrativa => formazione di capitale condizionata da coazione ascetica al risparmio -> che si trasformava in capitale investito.
Legalizzazioe dell'attività lucrativa come Beruf, professione in seguito a vocazione, come mezzo migliore per raggiungere lo stato di grazia.
=> Il lavoro e l'impegno diligente erano considerati un impegno verso Dio.
=> L'ascesi protestante, a sua volta, è stata influenzata da tutto il complesso delle condizioni sociali della civiltà, anche e specialmente economiche.
«Poichè sebbene l'uomo moderno in complesso neanche con tutta la buona volontà non sia solitamente in grado di rendersi conto di tutta l'importanza che i contenuti religiosi della coscienza hanno effettivamente avuto per la condotta della vita, la civiltà e la cultura, e per i carattei dei popoli e delle nazioni, tuttavia non è ovviamente lecita l'intenzione di sostituira un'interpretazione causale della civiltà e della storia unilateralmente «materialistica» con un'interpretazione spiritualistica altrettanto unilaterale. Entrambe sono ugualmnte possibili, ma né l'una né l'altra giovano alla verità storica, se pretendono di non essere un semplice lavoro preparatorio, ma la stessa conclusione della ricerca» [Max Weber].

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