venerdì 27 marzo 2009

Infanzia e adolescenza secondo i media

Claudio Riva, (a cura di), "Infanzia e adolescenza secondo i media", edizioni Guerini, 2007, pagg. 147

SOMMARIO
  • Presentazione, di Lucio Strumendo e Alessandro Pigatto
  • Introduzione: Mezzi di comunicazione di massa e bambini, di Claudio Riva
    1. Le direzioni del dibattito
    2. Politiche di tutela e modalità di rappresentazione
    3. Nuovi scenari, nuovi diritti, nuove politiche?
    4. La struttura del libro
  1. L'infanzia e l'adolescenza nell'informazione locale veneta, di Claudio Riva
    1. Premessa
    2. Metodologia della ricerca
    3. La comunicazione dell'infanzia e dell'adolescenza
    4. Le tematiche affrontate
    5. I soggetti e le forme di rappresentazione
    6. Immagini della minore età
    7. Minori e adulti: il coinvolgimento nella rappresentazione
    8. Conclusioni: i minori di età e la Carta di Treviso
  2. Il monitoraggio della fascia protetta in 12 emittenti televisive locali venete, di Renato Stella
    1. Premessa
    2. L'oggetto dell'indagine
    3. I principali risultati
    4. Le violazioni della normativa previste dal Codice
    5. Strani casi
    6. Conclusioni
  3. La Carta di Treviso, di Lisa Lionello
    1. Diritti umani, comunicazione e Carta di Treviso
    2. La ricerca sul rispetto della Carta
    3. Una questione complessa
  • Riferimenti bibliografici
  • Gli autori

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Dettagli del libro

* Titolo: Infanzia e adolescenza secondo i media
* Curato da: Riva C.
* Editore: Guerini e Associati
* Data di Pubblicazione: 2007

Copertina della pubblicazione 12.09.2007 - Pubblicazione a cura di Claudio Riva, dedicata al tema della rappresentazione dell'infanzia e dell'adolescenza nei mezzi di comunicazione nel Veneto; edizioni Guerini 2007; collana "INFANZIA E DIRITTI" diretta da Lucio Strumendo, Pubblico Tutore dei minori del Veneto.

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fonte: www.informaminori.it

“L’immagine di bambini a adolescenti è da sempre oggetto di attenzione, paure, desideri e fantasie da parte degli adulti. […]
Da una parte bambini e ragazzi vengono visti sempre più come in pericolo, indifesi di fronte alle violenza compiuta ai loro danni dagli adulti o dalla società nella sua interezza; dall’altra sono però additati come una minaccia per gli altri, esseri violenti, aggressivi, indisciplinati, irresponsabili, antisociali e sessualmente precoci. […]
In tale dinamica, i media assumono il duplice ruolo di riflessione e produzione delle ansie suscitate da questi cambiamenti: le riflettono, veicolandole nei modi più diversi e contribuendo ad accrescere il generale senso di panico e di paura, e al tempo stesso le producono, tanto quanto vengono accusati di essere una delle cause prime delle forme di mutamento. […]” (passi tratti dalle pagg. 12-13 della pubblicazione di seguito presentata).

Questo il contesto in cui si inserisce il volume “Infanzia e adolescenza secondo i media”, a cura di Claudio Riva, recentemente pubblicato per i tipi della casa editrice Guerini.
La pubblicazione raccoglie i risultati delle ricerche - e le conseguenti riflessioni - condotte sul monitoraggio televisivo e sulla stampa quotidiana a livello locale veneto, lo studio di alcuni casi significativi di comunicazione dell’infanzia, lo studio e l’analisi di alcuni pubblici adulti, in particolare operatori dell’informazione giornalistica, genitori, educatori e operatori dei servizi pubblici e del privato sociale.

Tra le finalità che sostengono questa pubblicazione vi è la promozione e la costruzione di idee comunicative positive riguardanti sempre i bambini e gli adolescenti, nel segno del rispetto dei diriiti dei minori di età, così come sanciti nella Convenzione dei diritti del fanciullo (New York, 1989).
Una finalità che Lucio Strumendo, Pubblico tutore dei minori del Veneto e Alessandro Pigatto, Direttore dell’Osservatorio regionale per l’infanzia e l’adolescenza, autori delle pagine di presentazione alla pubblicazione, così definiscono:

“Questa finalità ci risulta essere oggi tra quelle più importanti per maturare idee e modi di intendere il minore, che siano più coerenti con il sistema dei diritti, cioè degli interessi dell’infanzia che riconosciamo essere interessi di tutta la comunità; con il sistema della emancipazione, intesa come crescita armonica con lo sviluppo della società nella quale il minore vive; e con il sistema della ricchezza comunitaria, là dove solo l’investimento nella parte progrediente della società, l’infanzia e l’adolescenza, può assicurare l’esistenza e il futuro comunitari.
Noi siamo convinti che la potenza della parola e il suo vettore comunicativo, ancorché a volte disgiunto o accompagnato da modi iconici o metaforici, sia l’elemento cardine per sostenere ogni azione e ogni intendimento al riguardo. Le modalità quindi, di tipo denotativo e connotativo, emotivo e attenzionale con le quali vengono espresse notizie e riflessioni sugli eventi che accadono al fanciullo e sul mondo vissuto e nel quale vive il minore, sono essenziali per tratteggiare l’immagine che dipingiamo con frequenza quotidiana nel nostro sistema comunicativo generale. Forse non sono le sole determinanti; tuttavia sono quelle con le quali ci trasmettiamo le sollecitazioni, preoccupanti o soddisfacenti , che poniamo alla base di successivi pensieri, di segmenti progettuali, di coerenti azioni.”

Le ricerche, delle quali con questa pubblicazione vengono esposti ed elaborati i risultati, sono state realizzate all’interno di un progetto denominato “Laboratorio veneto sulla comunicazione dell’infanzia e dell’adolescenza”, finalizzato a rafforzare il dialogo ed il confronto tra il mondo dell’informazione e le varie realtà che si occupano di infanzia e adolescenza e a migliorare, in generale, la qualità dell’informazione rivolta e riguardante bambini e ragazzi.

Il progetto, di durata triennale (2004-2006), [e rispetto al quale anche questo sito www.informaminori.it costituisce un'espressione], è stato fondato sulla collaborazione tra l’Ufficio di Pubblica tutela dei minori del Veneto, l’Assessorato regionale alle politiche sociali, l’Osservatorio Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, il Corecom, il Centro Interdipartimentale di ricerca e servizi sui Diritti della Persona e dei Popoli e il Dipartimento di Sociologia (entrambi dell’Università di Padova).

Autori delle riflessioni raccolte nel volume: Lisa Lionello, esperta in Diritti umani svolge ricerche nell’ambito della tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in ambito nazionale e regionale; Claudio Riva, ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova, si occupa prevalentemente di analisi dei pubblici e del rapporto tra giovani e nuove tecnologie; Renato Stella, professore ordinario e direttore del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova, i cui attuali temi di ricerca toccano le questioni dell’opinione pubblica, dell’etica dei media, del rapporto tra giovani e comunicazione.

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Recensione del libro:
L'attenzione verso i diritti di bambini e ragazzi nella loro relazione con i media si è spesso tradotta, in termini politico-normativi e pedagogici, in azioni di protezione, tutela e censura che non sembrano essere sufficientemente adeguate a risolvere, ma prima ancora a comprendere, non solo le nuove forme di relazione dei giovani con strumenti di comunicazione sempre più innovativi ma anche la più delicata questione del riconoscimento dei diritti di partecipazione e coinvolgimento dei minori alle produzioni mediali. Nel volume vengono delineate le principali direzioni di questo dibattito, cercando di stabilire quali siano le risposte più adeguate ai quesiti relativi alle identità e ai ruoli dei minori di età nella relazione con i media. Punto di partenza del ragionamento è la centralità dell'infanzia e dell'adolescenza nell'informazione e nella comunicazione mediatica veneta, analizzata tentando di individuare i meccanismi di produzione adulta di senso comune relativo al mondo dell'infanzia e dell'adolescenza e le modalità di costruzione mediatica di soggettività. L'insieme dei contributi offriranno al lettore elementi utili alla comprensione di quella connessione media-infanzia indispensabile per il riconoscimento delle discorsività sui minori che avvengono non solo nel mondo interno ai mezzi di comunicazione di massa ma anche nel mondo esterno ai media stessi.

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INFANZIA E ADOLESCENZA SECONDO I MEDIA
Come raccontare infanzia e adolescenza: l'impegno di Ordine e Tutore dei minori
fonte: http://www.ordinegiornalisti.veneto.it/nopag.php?id=1037

Un percorso condiviso per promuovere una comunicazione non lesiva dei diritti dei bambini e della condizione infantile e far crescere la sensibilità dei giornalisti - e di conseguenza della collettività - nei confronti dei diritti dei minori.

E' questo l'obiettivo che contraddistingue l'impegno dell'Ordine dei Giornalisti e del Tutore dei minori del Veneto nell'ambito del "Laboratorio Veneto sulla comunicazione dell'infanzia e dell'adolescenza", il progetto triennale di ricerca ideato dal Pubblico tutore dei minori, Lucio Strumendo, che coinvolge anche l'Assessorato regionale alle politiche sociali, l'Osservatorio regionale per l'infanzia e l'adolescenza, il Corecom, il Dipartimento di sociologia ed il Centro interdipartimentale sui diritti della persona e dei popoli dell'Università di Padova.

Lunedì 21 gennaio, a Padova, si è tenuto un duplice seminario rivolto ai giornalisti ed ai referenti di settore sul tema "Comunicazione e infanzia". Nel corso della mattinata, riservata alla stampa, sono stati presentati i risultati di un monitoraggio condotto, tra il 2004 ed il 2005, sui quotidiani e le emittenti televisive venete, realizzata da Claudio Riva, docente di Sociologia generale e tecnica delle comunicazioni di massa alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Padova. Lo studio è stato trasformato in un interessante volume, intitolato "Infanzia e adolescenza secondo i media" (Guerini studio editore, pagine 147, euro 16,50) nella quale Riva illustra l'incongruenza tra fonti normative che tutelano i minori e modalità con cui i minori stessi sono resi protagonisti dell'informazione da parte dei diversi media.

La ricerca ha realizzato una verifica dei palinsesti televisivi nella fascia protetta, accertando che tanto protetta non è; e una analisi delle violazioni della Carta di Treviso e dei provvedimenti disciplinari adottati dagli Ordini dei giornalisti di Veneto ed Emilia Romagna.
Il risultato da un lato è confortante: secondo Riva, l'informazione veneta offre una rappresentazione dei minori più coerente e rispettosa dei principi della Carta di Treviso rispetto al passato, e le violazioni sono molto ridotte.
Vi è però, secondo il sociologo, una rappresentazione stereotipata del mondo di infanzia e adolescenza, troppo sbilanciata verso i fatti di cronaca, gli episodi negativi, che alimentano nel mondo degli adulti un'atmosfera di ansia e tensione. Troppo poco spazio, secondo lo studioso, viene dedicato ai temi positivi che riguardano i minori.

Una parte dell'analisi si è concentrata sull'esiguità delle segnalazioni inviate agli Ordini regionali dei giornalisti, organismi che per legge hanno obbligo di garantire la correttezza dell'informazione e sanzionare i giornalisti che violano la Carta di Treviso e il Codice deontologico dei giornalisti.
"Si crede che tale numero nasconda una non conoscenza da parte dei diversi pubblici di lettori, delle modalità di segnalare eventuali errori dei giornalisti nel riportare le notizie, o probabilmente un generale senso di sfiducia nell'applicazione delle sanzioni da parte degli Ordini", scrive Riva.
Tema affrontato anche dagli operatori che si occupano di infanzia e adolescenza, ai quali è stato dedicato il seminario pomeridiano.

Ampio spazio è stato poi dedicato all'illustrazione del sito www.informaminori.it , l'innovativo e prezioso strumento di servizio pensato per offrire ai giornalisti una serie di fonti autorevoli, esaustive ed aggiornate, dalle quali attingere per garantire un'informazione corretta sul mondo dei giovani e dei bambini, oltre che rispettosa dei dettami normativi. Attraverso il sito è possibile ottenere statistiche e studi, ed entrare in contatto con specialisti al fine di approfondire varie tematiche relative ad infanzia e adolescenza. Il sito costituisce anche un valido supporto per gli addetti ai lavori - psicologi, assistenti sociali, sociologi - dai quali è giunto il suggerimento di creare nel sito uno spazio dedicato alla spiegazione delle modalità con le quali è possibile interagire con l'Ordine dei Giornalisti del Veneto per la segnalazione di violazioni dei diritti dei minori nella divulgazione di notizie che li coinvolgono.

domenica 8 marzo 2009

Ma è possibile?

6/3/2009 (13:32) - IL CASO
Stuprata a nove anni abortisce
E la Chiesa scomunica i medici
La vicenda della piccola ha diviso anche i suoi genitori

La bimba era stata violentata dal
patrigno. Infuria la polemica per
la decisione dei religiosi brasiliani
Lula: Sono troppo conservatori
BRASILIA
La Chiesa cattolica brasiliana ha oggi scomunicato i medici che qualche giorno fa hanno autorizzato l'aborto ad una bambina di 9 anni rimasta incinta in seguito alle violenze sessuali subite dal patrigno. 'Chi ha realizzato l'aborto è stato scomunicato, si spera che queste persone, in un momento di riflessione, si pentano', ha dichiarato alla stampa l'arcivescovo di Recife, Josè Cardoso Sobrinho, mentre un gruppo di avvocati cattolici ha denunciato il caso alla giustizia.

Il patrigno della bambina, un uomo di 23 anni di cui non è stato dato il nome, si trova in stato d'arresto da giorni in un carcere dell'entroterra del Pernambuco, in seguito alla confessione di aver stuprato la piccola - la prima volta tre anni fa - e di aver abusato anche della sorella invalida di 14 anni. Alla bambina di 9 anni vengono attualmente somministrati medicinali per indurre un aborto farmaceutico alla gravidanza di due gemelli in seguito agli abusi, ricorda la stampa locale, che da giorni sta seguendo il caso. La vicenda della piccola ha diviso tra l'altro anche i suoi genitori, visto che il padre si è detto contro l'aborto, la madre invece a favore.

Livio Moraes, primario presso l'ospedale dell'Università di Pernambuco, ha ricordato che la legge brasiliana "autorizza l'aborto in caso di stupro o pericolo di morte". Rispondendo a tale dichiarazione, l'arcivescovo Sobrinho ha sottolineato che "la legge di Dio è al di sopra della legge umana. Quando una norma promulgata da legislatori umani va contro la legge di Dio perde qualsiasi valore". Sul caso infiuria la polemica. Il ministro della Salute brasiliano, Josè Gomes Temporao, ha duramente criticato la Chiesa cattolica locale definendo la posizione assunta dai religiosi "radicale e inadeguata". Sulla stessa linea il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, che ha bollato come "conservatore" il comportamento avuto dal vescovo della città di Recife. "La medicina è su questo punto più corretta della Chiesa, e ha fatto ciò che doveva fare: salvare la bambina", ha detto il presidente.

Il Vaticano si schiera invece con i religiosi brasiliani. "E' un tema molto, molto delicato" ma "la Chiesa non può mai tradire il suo annuncio, che è quello di difendere la vita dal concepimento fino al suo termine naturale, anche di fronte a un dramma umano così forte, come quello della violenza di una bimba", dice padre Gianfranco Grieco, capo ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia, commentando la notizia della scomunica. "L'annuncio della Chiesa è la difesa della vita e della famiglia - dice padre Grieco - ognuno di noi deve porsi in un atteggiamento di grande rispetto della vita, anche di fronte a un dramma umano come la violenza di una bambina". E la scomunica? "I vescovi giustamente predicano il mistero della vita - risponde il religioso - e la chiesa non può tradire il suo annuncio. L'aborto non è una soluzione, è una scorciatoia". "La scomunica significa non potersi accostare anche al sacramento della comunione - spiega padre Grieco - e se una persona è nel peccato e non si confessa, per la Chiesa non può fare la comunione. In questo caso i medici sono fortemente nel peccato - conclude il capo ufficio del dicastero vaticano - perchè sono persone attive nel portare avanti l'aborto, questa uccisione. Sono protagonisti di una scelta di morte".

Da "La Stampa" del 6/3/2009

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